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Tiger mit Jungtier

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Ritorno

Fauna selvatica: i vincitori e i vinti del 2024

La distruzione della natura, il bracconaggio e la crisi climatica mettono a repentaglio numerose specie di flora e fauna. Nel regno delle specie in pericolo il 2024 ha marcato numerose sconfitte, ma anche incoraggianti note positive! Il WWF tira le somme e elegge i «vincitori e vinti 2024».

I vincitori 2024

Il Living Planet Report del WWF documenta una perdita di specie senza precedenti: le popolazioni di animali selvatici prese in esame sono diminuite in media del 73% nell’arco di 50 anni!

Però non è ancora troppo tardi: possiamo aiutare la natura consumando alimenti ecologici, optando per mezzi di trasporto verdi, espandendo il fotovoltaico e reindirizzando i flussi finanziari dannosi per l'ambiente verso la conservazione della natura e la tutela climatica. Dopo tutto, una natura intatta è il nostro miglior alleato nella lotta contro la crisi climatica e l'estinzione globale delle specie. Un assiduo impegno a favore della biodiversità porta i suoi frutti, come dimostrano gli esempi seguenti:

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Weissstorch Brutpaar im Nest

Cicogna bianca in Svizzera

In territorio elvetico la cicogna bianca si era estinta nel 1950. Grazie all'impegno di moltissimi volontari, le cicogne sono state reintrodotte in diversi luoghi. In virtù degli sforzi di conservazione, del miglioramento dell'habitat e dell’instancabile operato di numerosi volontari, oggi in Svizzera vivono quasi 900 coppie in età riproduttiva: l'obiettivo delle 300 coppie fissato per il 2024 è stato quindi notevolmente superato! 

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Frisch geschlüpfte Unechte Karettschildkröte

Tartaruga marina nel Mediterraneo

Nel Mediterraneo, la popolazione di tartarughe marine comuni è in ripresa. Grazie a misure di tutela quali la riduzione delle catture accessorie e la conservazione delle spiagge di nidificazione, sono sempre più le tartarughe che riescono a sopravvivere e a riprodursi. Sull'isola greca di Zante, nel 2024 è stato registrato un numero record di oltre 1.200 nidi di Caretta caretta.

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Bengal Tiger mit Jungen

Il ritorno delle tigri

Un progetto di reintroduzione mira a riportare i grandi felini in Kazakistan, dove risultano estinti da oltre 70 anni. Per la prima volta dal 2018 nel nord del Myanmar sono stati avvistati cuccioli di tigre, e la popolazione cresce anche in Thailandia, passando da 179 a 223 esemplari. Anche il Bangladesh registra un incremento nell'area protetta delle mangrovie, con circa il 10% di tigri in più dal 2018.

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Saltare il tonno rosso

Stock del Mare del Nord in ripresa

I tonni rossi fanno di nuovo capolino nel Mare del Nord, dopo che la pesca eccessiva li aveva a lungo allontanati. I severi divieti di pesca e la lotta allo sfruttamento ittico illegale hanno rafforzato la popolazione nell'Atlantico nord-orientale, dove sono stati avvistati addirittura giganti di oltre 300 kg e quasi 3 metri di lunghezza! Gli scienziati seguono da vicino lo sviluppo al fine di garantire una ripresa sostenibile.

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Iberischer Luchs

Barlume di speranza per la lince iberica

Nella Lista Rossa IUCN la lince iberica è stata declassata da «in pericolo» a «vulnerabile». La sua popolazione è passata da soli 62 esemplari adulti nel 2001 a 648 nel 2022, con un numero totale (giovani compresi) che ora supera i 2.000 capi. Un successo da ricondursi alla conservazione e al ripristino degli habitat, alla promozione di specie preda come il coniglio europeo e ai programmi di riproduzione e reintroduzione.

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I successi nella conservazione delle specie sono tangibili, tuttavia il Living Planet Report 2024 sottolinea che, senza un cambiamento sistematico nello sfruttamento del territorio e nella protezione del clima, la biodiversità continuerà a essere gravemente minacciata.

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Portrait von René Kaspar
René Kaspar, Responsabile per la protezione delle specie del WWF Svizzera

I vinti 2024

Che si tratti di foreste, steppe oppure mari e coste, purtroppo la perdita delle specie non conosce confini. Per fermarne l'estinzione globale, il WWF invoca un'offensiva a favore della conservazione della natura: ad esempio, il totale delle aree protette dovrebbe aumentare in modo significativo, con l'obiettivo di portarne la quota al 30% della superficie terrestre, acquatica e marina da qui al 2030. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo c'è ancora molto da fare.

Proteggiamo insieme le nostre specie di flora e fauna, ivi comprese le cinque seguenti per le quali è volto al termine un anno decisamente poco roseo:

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Ausgebleichte Korallen

Coralli in pericolo

La crisi climatica provoca temperature da record che portano allo sbiancamento dei coralli in tutto il mondo. Queste variopinte foreste sottomarine rischiano di soccombere, con conseguenze drammatiche: studi sulla Grande Barriera Corallina mostrano tassi di mortalità fino al 72%. Secondo la Lista Rossa, il 44% di tutte le specie di corallo della barriera versa in pericolo critico. Senza un'immediata tutela climatica, saranno anche i milioni di persone che vivono di pesca e turismo a perdere i propri mezzi di sostentamento.

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Brillenpinguine am Strand - im Hintergrund Containerschiff

Pinguini africani sull'orlo del baratro

Da quest'anno, questa specie di pinguino africano è classificata come «in pericolo critico». Le coppie in età riproduttiva rimaste ad oggi sono solo circa 9900, contro le 141.000 del 1956/57; probabilmente, le cause principali sono da ricondursi alla mancanza di cibo per via della pesca eccessiva e degli spostamenti degli stock ittici dovuti al cambiamento climatico. L'inquinamento da petrolio, il rumore sottomarino e l'aviaria esacerbano ulteriormente il quadro.

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Drei Borneo-Elefanten im Wald

Minaccia per l’elefante nano

In natura rimangono solo un migliaio di elefanti del Borneo circa. La più piccola sottospecie di elefante asiatico è stata indagata per la prima volta come sottospecie a sé stante dall’IUCN nel 2024, e così classificata come «in pericolo». Negli ultimi 75 anni la deforestazione nel Borneo ha distrutto la maggior parte del suo habitat, determinandone un drastico crollo della popolazione.

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Banteng auf einem Feld

Banteng a rischio di estinzione

Ad oggi il banteng, bovino della giungla del Sud-Est asiatico, viene classificato come «in pericolo critico», giacché nell’ultimo ventennio la sua popolazione si è ridotta di oltre l'80%. I principali motivi sono la caccia illegale e la perdita di habitat; attualmente ne rimangono solo 3300 esemplari circa. Tuttavia, in Thailandia la popolazione di banteng è riuscita a riprendersi grazie ad anni di misure di conservazione del WWF, che però non riescono comunque a compensare le perdite in altre regioni dell’Asia.   

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Wolfmother con il cub di fronte a den

Annata negativa per il lupo

Nel 2024 il Consiglio federale ha fissato il limite inferiore per i branchi in Svizzera a un livello così basso da non poter garantire una popolazione autoctona stabile. Il lupo non può dunque svolgere il suo rilevante ruolo a favore delle foreste e di popolazioni di selvaggina in salute. Si dà il via libera all’abbattimento di interi branchi; i mezzi utilizzati ricordano più la lotta ai parassiti che la protezione delle specie. Gli abbattimenti erronei e le misure inadeguate non hanno ridotto gli attacchi al bestiame; sarebbe più efficace ampliare la protezione delle mandrie.

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Cosa puoi fare

Successi come questi sono il risultato di sforzi spesso decennali, ad opera di persone che si impegnano in tutto il mondo. Tuttavia, c'è ancora molto da fare: continueremo a lavorare instancabilmente per la biodiversità e un futuro degno di essere vissuto. Sostieni il WWF e rendi possibile scrivere ancora più storie di successo nel 2025!

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Afrikanische Elefanten in Kenia

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Bonobo madre bacia il suo bambino

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