27 luglio 2017 — Comunicato stampa

Gli eroi che lottano per salvare le ultime tigri

Domani è la Giornata Mondiale della Tigre. Purtroppo non c’è molto da festeggiare: le tigri sono tuttora oggetto di una caccia spietata da parte dei bracconieri. Senza i ranger, questi felini sarebbero già estinti da molto tempo.

In occasione della «Giornata della Tigre» -  che si celebra domani, 29 luglio -, il WWF esorta gli Stati in cui vivono le tigri (Bangladesh, Bhutan, Cina, Cambogia, India, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar (ex Birmania), Nepal, Russia, Tailandia e Vietnam) a lottare contro i bracconieri. Va prestata particolare attenzione alle trappole per tigri. Un fenomeno che attualmente imperversa in Asia e minaccia l’esistenza delle 3900 tigri che ancora vivono allo stato selvatico. Le trappole possono essere costruite con materiali molto semplici, come per esempio con cavi di bicicletta, e la cattura termina quasi sempre con la morte – spesso anche di altri animali selvatici.



Il WWF è impegnato nella protezione delle tigri: paga le formazioni dei ranger e i loro equipaggiamenti. I coraggiosi protettori degli animali operano in condizioni particolarmente critiche, spesso mettendo a repentaglio anche la loro stessa vita. Grazie al loro instancabile impegno, si è riusciti a stabilizzare il numero di tigri (3900). Ma c’è ancora molto da fare, se gli Stati in cui vivono le tigri voglio raddoppiare l’unità entro il 2022. Si tratta di un obiettivo preso insieme e che è vincolante.



In rappresentanza delle migliaia di ranger, il WWF dà la parola a due di loro: Singye Wangmo dal Bhutan e Pavel Fomenko dalla Russia.

 

Breve ritratto

Singye Wangmo ha 31 anni, è sposata ed ha una passione per gli animali selvatici. È una protettrice degli animali e lavora nel Royal Manas Nationalpark. È una delle poche donne ranger in Bhutan e per il suo lavoro lascia per molte settimane la sua famiglia per proteggere le 33 tigri e altri animali selvatici che vivono nel parco. Singye guida una squadra di 30 uomini che controllano le tigri con fototrappole. Qualche volta sulle immagini sono visibili anche dei bracconieri. La squadra percorre a piedi, in lungo e in largo, il parco alla ricerca di tracce lasciate dalle tigri e controlla i punti d’accesso sospetti dei bracconieri. Durante il suo primissimo pattugliamento Singye si è imbattuta in un folto gruppo di bracconieri. Il suo primo pensiero è stato: adesso muoio.



Qui trovate la storia di Singye (in inglese) e il video: https://www.dropbox.com/sh/bsjpy6m4fau8itj/AAAMQ8kExdYYjSOOA2qHk1u1a?dl=0

Qui sono disponibili le foto di Singye: http://hive.panda.org/Share/kjl2n3bntb5d6840031j5f6k64n8m81h

 

In Siberia, nelle profondità della natura selvaggia dove le temperature scendono spesso al di sotto dei -30 gradi, spesso Pavel Fomenko è in viaggio per settimane da solo. Pavel, o Pascha, come lo chiamano i suoi amici, è stato in passato un cacciatore e conosce le foreste del luogo come le sue tasche. Dopo 25 anni trascorsi presso il WWF Russia ora usa le sue conoscenze come ranger, scienziato forense e detective delle tigri: cerca le tracce delle tigri ma anche quelle dei bracconieri. Con le autopsie riesce a stabilire se una tigre è morta in modo naturale o uccisa per mano dell’uomo. Pavel trascorre fino a 40 giorni e notti ininterrottamente nel freddo glaciale e pieno d’insidie. Il che può essere molto bello, ma anche pericoloso.



Qui trovate la storia di Pavel (in inglese) e il video: https://www.dropbox.com/sh/25mqgx8s6yde3it/AABWBv5TgPXATY2FMAJ_uuhqa?dl=0

Qui sono disponibili le foto di Pavel: http://hive.panda.org/Share/dcjwj08vv654s16e8378n1nv488fk65c

 

Materiale illustrativo finora mai pubblicato (fototrappola) di una tigre nel Bhutan: https://www.dropbox.com/sh/0yr2f2pitumzpfw/AACIvULo8A0a71dASwYFRQkka?dl=0

 

Susanna Petrone, Responsabile della comunicazione WWF Svizzera, 076 552 18 70, susanna.petrone@wwf.ch