Le minacce del nostro Mediterraneo: 7 fatti sorprendenti
Il Mar Mediterraneo è una località di villeggiatura, un luogo magico dove rilassarsi. Ma l'atmosfera da cartolina sulla spiaggia è ingannevole: al di sotto del livello del mare, la situazione è drammatica. Ecco 7 fatti che non conoscevi sul Mediterraneo e ciò che il WWF sta facendo per proteggerlo.
6. Il Mediterraneo si sta riscaldando a una velocità superiore del 20% rispetto al resto del pianeta
Il cambiamento climatico minaccia anche il Mediterraneo, e davvero in misura spaventosa: il Mare nostrum si sta riscaldando ad una velocità superiore del 20% rispetto al resto del pianeta.
In un breve rapporto intitolato «Effetti del cambiamento climatico nel Mediterraneo: storie di un mare sempre più caldo», il WWF ha raccolto diverse storie che mostrano in maniera esemplare i sei principali effetti del cambiamento climatico su tutta la biodiversità marina.
Il WWF combatte il cambiamento climatico, sostenendo al contempo aree marine protette ben gestite. Si tratta di uno strumento efficace per invertire il degrado marino e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
2. Un habitat per oltre 80 specie di squali e razze
Il Mediterraneo ospita più di 80 diverse specie di squali e razze, cosa che lo rende un’area ad altissima biodiversità. Ma la situazione potrebbe ben presto cambiare: più della metà di queste 80 specie sono a rischio di estinzione per via della distruzione del loro habitat, perché cadono vittime della pesca illegale o muoiono come catture accessorie nelle reti da pesca.
Ecco perché il WWF collabora inter alia con l'industria ittica per introdurre nuovi metodi di pesca che riducano le catture accessorie di squali, razze o di tartarughe marine.
3. L’80% degli stock ittici è sovrasfruttato
Ogni anno dal Mediterraneo si prelevano 1,5 milioni di tonnellate di pesce. La conseguenza: l’80% degli stock ittici è soggetto a sfruttamento eccessivo, rendendo così il Mediterraneo il mare più sovrasfruttato al mondo. Ciò si evince già dai rendimenti: ad esempio, negli ultimi 50 anni le catture sono diminuite di oltre un terzo.
Il WWF si impegna a garantire che tutti gli stock ittici dispongano di piani di gestione efficaci a lungo termine. Ciò consentirà alle popolazioni di specie in via di estinzione di sanarsi, riducendo l'impatto della pesca su altre specie e sull'ecosistema nel suo complesso. Con successo: la pesca eccessiva e la cattiva gestione, ad esempio, hanno spinto il tonno rosso sull'orlo dell'estinzione, con una diminuzione degli stock dell'85% in pochi anni. Tuttavia, grazie ad un'azione concertata del WWF e dell'autorità marittima competente, dal 2009 le popolazioni nel Mar Mediterraneo sono in ripresa.
4. L’habitat della seconda balena più grande del mondo
Il Mar Mediterraneo ospita la balenottera comune, la seconda balena più grande al mondo. Tuttavia, ogni anno perdono la vita fino a 40 esemplari per via degli scontri con le navi da trasporto.
Il WWF lavora quindi con le compagnie di navigazione per installare sistemi anti-collisione e pianificare i percorsi in modo tale da non incrociare le balene. Siamo inoltre stati coinvolti nella costruzione del "Santuario Pelagos": un'area protetta transfrontaliera per i mammiferi marini che offre un rifugio dagli impatti antropici.
5. 30 milioni di crocieristi l'anno
Il numero di crocieristi nel Mediterraneo è aumentato in un decennio da circa 9 a 30 milioni, a cui si aggiunge il fatto che i suoi porti ospitano circa 400 000 yacht privati. Il Mediterraneo rappresenta la destinazione principe a livello mondiale per il turismo costiero e marittimo, e attira circa un terzo dei visitatori totali del globo. Tuttavia, il vivace traffico sulle sue acque sta causando problemi a flora e fauna, distruggendo ciò che lo rende così attraente per i turisti.
Il WWF si impegna pertanto a favore di uno sfruttamento del Mediterraneo regolato e rispettoso dell'ambiente da parte del turismo, e sviluppa a tal fine misure efficaci congiuntamente al settore turistico e alle autorità locali. Ad esempio, le grandi navi da crociera dovrebbero tenersi lontane dalle zone ecosensibili.
6. La più alta concentrazione al mondo di rifiuti di plastica
Il Mediterraneo è una delle acque aperte con la più alta concentrazione mondiale di rifiuti di plastica: per tartarughe marine, uccelli marini, balene e altri animali acquatici, le reti fantasma, i giocattoli e i sacchetti di plastica sono trappole mortali.
Il WWF collabora in modo specifico con le singole isole e città al fine di ridurre efficacemente l'inquinamento causato dalla plastica, città e isole che diventeranno modelli per gli altri. Il nostro obiettivo è rendere "senza plastica" almeno sei città costiere o isole nel Mediterraneo entro il 2021.
7. Solo l'1,3% del Mediterraneo è soggetto a tutela
Anche se i Paesi mediterranei hanno designato quasi il 10% delle proprie acque come aree protette, solo l'1,3% ha trovato effettiva attuazione. Le cosiddette aree protette restanti sono mere tigri di carta che non intraprendono misure di protezione e abbandonano le zone ecologicamente importanti allo sfruttamento. Le attività di lobbying e gli interessi economici che si oppongono alla protezione marina sono ancora troppo potenti, mentre la capacità delle amministrazioni è ancora insufficiente per gestire con efficacia le aree marine protette.
Tuttavia, al fine di preservare il Mar Mediterraneo nel lungo periodo, è necessario proteggerne il 30% o gestirlo in modo sostenibile. Ecco perché il WWF continua ad adoperarsi a favore delle aree protette e ad oggi risulta già attivamente coinvolto nella creazione e nella gestione di aree marine protette in 10 Paesi del Mediterraneo.
Cosa puoi fare
I mari hanno bisogno del tuo aiuto. Insieme possiamo ricostruire il Mediterraneo e gli altri mari del pianeta e preservarli per le generazioni future. Dona oggi a favore dei progetti marini del WWF!