Più sani grazie ai nuovi forni a biogas
Azioni concrete: nell’India settentrionale coltivatori di riso hanno sostituito i vecchi forni a legna con nuovi impianti a biogas.
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ClimaNell’Uttarakhand, stato dell’India settentrionale, le agricoltrici raccolgono legna da ardere, ovvero la loro principale fonte di energia, fino a cinque ore al giorno, il che corrisponde a ottodieci chilometri a piedi nella foresta. Ma per Khasti Devi ora la raccolta della legna è terminata: è una delle 3900 piccole agricoltrici che possiedono un impianto a biogas proveniente da un progetto WWF e Coop, e che oggi cucinano con il gas. «L’impianto a biogas è facile da usare e, finché funziona, ne sono molto soddisfatta», afferma Khasti Devi.
Le agricoltrici, che producono riso basmati biologico equo e solidale per Coop, ottengono il gas dallo sterco delle loro vacche e dalle loro stesse latrine, e hanno contribuito in prima persona ai costi dell’impianto con prestazioni proprie. Grazie all’effetto di tutela del clima generato del progetto, Coop compensa parzialmente le emissioni causate dal trasporto aereo di merci, viaggi d’affari o viaggi coop@home. Il progetto è stato attuato dalla ONG locale «Partners in Prosperity» con il supporto di Helvetas, ICSD e Myclimate.
Gli impianti a biogas consentono la cottura senza fumo, salvando anche vite umane: secondo l’OMS, al mondo muoiono più persone a causa della cottura su focolari aperti che per la malaria. Nelle famiglie di questa regione, circa 21'500 persone beneficiano della migliore qualità dell’aria. Solo le donne ricevono gli impianti a biogas. Ciò rafforza la posizione delle donne in famiglia. «Ora ho più tempo per coltivare la terra, prendermi cura dei bambini e della loro igiene, e per occuparmi della casa», racconta Khasti Devi.
Dall’inizio del progetto nel 2015 la popolazione locale ha risparmiato 33'900 tonnellate di CO2 grazie agli impianti a biogas, preservando 536 ettari di habitat forestale. Inoltre, se meno persone cercano legna da ardere nei boschi, si verificano meno sovente situazioni pericolose con le tigri che vi vivono. Ciò significa anche una maggiore accettazione del predatore da parte della popolazione.
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